I delicati profumi e i colori della Cina sudorientale sono protagonisti al ristorante Good. Un novello angolo di gusto non lontano da Porta Genova, in via dei Sormani (traversa di via Vincenzo Foppa). "Si chiama Good per esprimere con immediatezza la semplicità dei nostri sapori", racconta Mr. Wu, patron del ristorante. "La cucina cinese ha tante anime, noi vogliamo raccontare quella più leggiadra". Compito affidato al giovane chef Wenzhang Dong, appositamente venuto dallo Zhejiang, che in menu propone numerosi piatti tipici della città di Wenzhou.

TRA ORIENTE E OCCIDENTE - Un'ampia area lounge con cocktail bar fa da proscenio al ristorante: è un giardino d'inverno dove sorseggiare un drink pre o after dinner, fra statue di soldati e draghi in marmo. Varcata la soglia, i colori tenui del legno asiatico provenienti dal vicino Vietnam riscaldano l'atmosfera. Tovagliati rossi e bianco panna rivestono le tavole della sala principale, illuminata al centro da una cascata di cristalli in vetro e tutta intorno da una trama di faretti che irradiano una rubiconda luce. Al piano di sopra è allestito un privè per una cena aziendale o per pochi intimi. E se si ha voglia di un party a cielo aperto, presto sarà inaugurata la terrazza per grigliate di carne e di pesce.

BACCHETTA E FORCHETTA - Più di sessanta le proposte gourmet in carta, preparate con cura da chef Wenzhang e servite con i guanti bianchi su candide stoviglie. Da assaporare usando le bacchette, oppure, senza alcun imbarazzo, le posate. Tanto entrabe sono già sul tavolo, custodite in eleganti bustine di stoffa rossa. Qualche assaggio? Da provare gli involtini "good style", interpretazione light dell'involtino primavera, preparati con farina di riso, farciti con spaghetti di soia, gamberi e verdura, e cotti sulla piastra. Saporiti i jiaozi, ravioli chiusi di carne (maiale o manzo) e di pesce (gamberi rossi, astice, aragosta); e gli shao mai, ravioli aperti con composta di gamberi. Tutti fatti a mano, come le taglietelle di riso saltate con manzo e germogli di soia. Inediti gli zha jiang mian, spaghetti di grano tenero con ragu di pollo, zucchine, carote e salsa jiang tian mian, a base di semi di soia fermentati. E proprio le creme sono una specialità della casa. Come quella alle arachidi e sesamo che ingentilisce il filetto di manzo con bambù e funghi, oppure quella al pepe nero che esalta il trancio di tonno saltato nel wok. Briosi i piatti con la frutta, dal riso all'ananas e zafferano all'insalata di gamberoni, mango e alghe. E l'anatra laccata alla pechinese? È in menu ed è sempre disponibile.

FOGLIE DI CHA E GOCCE DI BAIJIU - Protagonista della carta dei vini è una piccola e curata selezione di nettari italiani. Ma è nella scelta dei tè (cha) e dei distillati (baijiu) che ritornano le tipicità della Repubblica Popolare. Come nella purezza sprigionata dalle foglie di tieguanyin, varietà di tè oolong proveniente dalla città di Anxi e coltivata ad alta quota; o nel vigore dei baijiu, come il Moutai, a base di frumento e durra (gradazione alcolica: 43%) e il Wuliangye, distillato di riso, frumento, mais e saggina (50% vol). Da sorseggiare accompagnati dal vibrante suono del guzheng, strumento a corde della musica tradizionale cinese.