Negli anni dei moti del '48, al Caffè della Peppina, in via Cappello, si riunivano i componenti della corrente democratica, vicini al Mazzini. I giovani patrioti monarchici, fan di Cavour, si ritrovavano invece al Caffè della Cecchina, detto anche Caffè dei Virtuosi, posto di fronte al teatro alla Scala. Al Caffè Cova si riunivano gli aristocratici e gli ufficiali dell'esercito austro-ungarico, mentre scapigliati e bohèmien si incontravano al Martini in piazza della Scala.
Il caffè letterario è a Milano un luogo simbolo, luogo che si porta dietro una storia secolare e custodisce fra i suoi tavolini ricordi, sguardi e parole sussurrate: molti di questi Caffè, divenuti icone cittadine, esistono ancora, altri hanno segnato il passato di Milano e sono scomparsi con il loro fascino e le loro insegne.
Tra i sopravvissuti, da segnalare il "Taveggia" fondato nel 1910 che tra legni pregiati e splendide decorazioni ha sale da tè, bancone, vetrine originali dal 1930, anno in cui si trasferì da porta Venezia alla sede attuale.
Carla Fracci, Renata Tebaldi e Wally Toscanini si sedevano qui a prendere un caffè accompagnato da un pasticcino, ora la tradizione continua con avventori meno famosi - tanti avvocati vista la vicinanza con il tribunale - ma altrettanto facoltosi per un Campari, uno spruzzato, un bicchiere di buon vino durante l'ora dell'aperitivo che, piegatosi alle tendenze moderne, offre un ricco buffet che è certamente all'altezza del nome e della fama del locale.
I pasticcini, quelli, ci sono ancora...